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La basilica cattedrale di Maria Santissima delle Vittorie

La basilica cattedrale di Maria Santissima delle Vittorie di Piazza Armerina è la cattedrale della diocesi di Piazza Armerina, in Sicilia ed è dedicata a Maria Santissima delle Vittorie. Nel febbraio del 1962 papa Giovanni XXIII la elevò a basilica minore

Epoca aragonese

Rinvenimento dell’immagine della Madonna avvenuto in occasione dell’epidemia di peste del 1348. L’episodio è ammantato di mistero, sogni e rivelazioni segnalano il luogo ove è celato il vessillo. L’icona ritrovata fu trasferita nella chiesa di San Martino, chiesa madre dell’epoca.

Primitiva chiesa

La costruzione in stile gotico – catalano sotto il titolo di «Santa Maria Maggiore», è un edificio arricchito tra il ‘400 e il ‘500 da una poderosa torre campanaria e da un arco marmoreo gaginesco nel battistero, espressione del rinascimento siciliano.

Epoca spagnola

Il tempio fu seriamente danneggiato da un terremoto, verosimilmente il “Magnus Terremotus in terra Xiclis” del 1542

Per “maramma”, alla maniera di quelle storicamente documentate per le cattedrali di PalermoMessina e Catania, si intende la «Fabbrica del Duomo.

Dopo un’ulteriore interruzione di circa quarant’anni a cavallo fra il 1666 e il 1705, il duomo fu completato nelle strutture e inaugurato solo nel 1742.

Il tempio è elevato a basilica minore da Papa Giovanni XXIII nel febbraio 1962.

La cattedrale attuale, dominata dalla sua alta cupola di 76.5 m ed ha un diametro di 13.88 metri, la più alta della Sicilia, visibile da tutta la città, fu iniziata nel 1604, continuata dall’architetto Orazio Torriani, completata nel 1719, invece il campanile, alto 40 metri, in stile tardo gotico catalano, risale al XV secolo ed è quello di una precedente chiesa, al posto della quale venne eretta l’attuale cattedrale.

Il portale, del XVIII secolo, presenta elementi di stile barocco siciliano.

L’interno della cattedrale è dominato dall’alta cupola centrale. Dall’arco trionfale pende una grande croce dipinta su entrambi i lati, recante la raffigurazione della crocifissione e la resurrezione di Cristo, opera del 1485 convenzionalmente riferita al «Maestro della croce di Piazza Armerina», e un battistero realizzato da Antonuzzo Gagini nel 1594.

L’altare maggiore in lapislazzuli, pietre dure e marmi siciliani, col pavimento e la balaustra dell’abside, sono realizzati dal maestro palermitano Filippo Pinistri su disegno dell’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia. La sopraelevazione comprende la custodia in argento sbalzato del 1625, che contiene l’immagine di Maria Santissima delle Vittorie, patrona della città e della diocesi, cesellata dall’argentiere caltagironese Giuseppe Capra nel 1627, la manta in oro, argento e smalti per proteggerla, ideata e realizzata dall’orafo palermitano don Camillo Barbavara. Dietro l’altare sono collocati i monumenti funebri di Marco Trigona  (1598) e di Melchiorre Trigona (1637). Sulla parete di fondo due grandi vetrate con San Pietro e San Paolo apostoli, al centro, nella finestra in alto, l’immagine del Redentore.

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